Il trattamento con statine migliora l’esito degli eventi cerebrovascolari ischemici
Esperimenti di laboratorio hanno indicato che le statine riducono la gravità dell’ictus e migliorano i suoi esiti.
E’ stata condotta una sperimentazione, randomizzata e controllata con placebo, per la prevenzione dell’ictus riducendo drasticamente i livelli di colesterolo per determinare se il trattamento con Atorvastatina ( Lipitor, Torvast ) possa ridurre gli ictus nei soggetti con episodi recenti o attacco ischemico transitorio ( n=4.731 ).
La gravità è stata valutata con la scala del National Institutes of Health Stroke, l’indice Barthel, il punteggio alla scala di Rankin modificata all’arruolamento ( da 1 a 6 mesi dopo l'evento indice ) e a 90 giorni dopo l’ictus nei soggetti con un episodio ictale durante la sperimentazione.
In 4.9 anni, l’ictus si è verificato in 576 soggetti. C'è stata una riduzione degli esiti fatali, gravi ( punteggio alla scala Rankin modificata di 5 o 4 ), moderati ( punteggio alla scala Rankin modificata di 3 o 2 ), e lievi ( punteggio alla scala Rankin modificata di 1 o 0 ) negli episodi di ictus e di attacco ischemico transitorio ( TIA ); si è avuto un aumento della proporzione di soggetti liberi da eventi nel gruppo Atorvastatina ( P<0.001 ).
I risultati sono risultati simili per tutti gli eventi verificatisi ( ischemia ed emorragici, P<0.001 ) senza alcun effetto sull'esito della gravità dell’ictus emorragico ( P=0.174 non-corretto, P=0.218 corretto ).
L'analisi limitata ai pazienti con ictus ischemico ( cioè escludendo i pazienti con un TIA o nessun evento ), ha evidenziato una tendenza verso una minore gravità con il trattamento basato sul punteggio alla scala di Rankin modificata ( P=0.0647 ), con nessuna differenza tra la scala del National Institutes of Health Stroke e l’indice Barthel.
In conclusione, l’analisi esplorativa ha indicato che l’esito di eventi ischemici cerebrovascolari ricorrenti potrebbe essere migliorato nei pazienti che assumono statine rispetto a quelli che non ne fanno uso. ( Xagena_2009 )
Goldstein LB et al, Stroke 2009; 40: 3526-3531
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