Una singola infusione di Zoledronato previene la perdita ossea dopo ictus
L’ictus è uno dei principali fattori di rischio per la frattura dell’anca.
I pazienti con deficit intermedio conseguente ad ictus, piuttosto che con deficit grave o lieve, al momento della dimissione ospedaliera, presentano la più alta incidenza di fratture.
Lo studio, compiuto da ricercatori dell’University of Cambridge, ha valutato l’efficacia di una singola infusione di Zoledronato ( Acido Zoledromico, Reclast, Aclasta ), un bifosfonato per via endovenosa, nel preservare la densità ossea dell’anca dopo l’ictus.
Lo studio della durata di 1 anno, ha coinvolto 27 pazienti emiplegici con ictus acuto.
Questi pazienti sono stati assegnati a ricevere 4 mg di Zoledronato per via endovenosa ( n= 14 ) o placebo ( n= 13 )m entro 35 giorni dall’evento ictale.
Entrambi i gruppi di pazienti hanno assunto supplementazioni di Calcio e di Vitamina D.
L’endpoint primario era rappresentato dal cambiamento della densità minerale ossea all’anca emiplegica durante l’anno di osservazione.
Il trattamento con Zoledronato è risultato generalmente ben tollerato.
La densità minerale ossea, media totale, dell’anca è risultata immodificata nell’anca emiplegica nel gruppo Zoledronato ( 0,0% ), mentre nel gruppo placebo si è osservata una riduzione del 5,5% con la maggiore perdita ossea nella zona trocanterica ( - 8,1% ).
Nell’anca non emiplegica, la densità minerale ossea, media, totale dell’anca è cresciuta dell’1% con il Zoledronato, contro un cambiamento medio di – 2,7% nel gruppo placebo.
Lo studio ha mostrato che una singola infusione di Zoledronato protegge i pazienti colpiti da ictus dagli effetti deleteri dell’emiplagia sulla densità ossea dell’anca, per almeno 1 anno. ( Xagena_2007 )
Poole KES et Al, Stroke 2007; 38: 1519-1525
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