Definizione di ictus cerebrale
L’ictus cerebrale è tradizionalmente definito come un insieme di segni e sintomi neurologici focali a esordio rapido, di durata superiore alle 24 ore, attribuibili a cause vascolari.
Questa definizione include l’infarto cerebrale ( altrimenti detto ictus ischemico ), l’emorragia intracerebrale e l’emorragia subaracnoidea.
Ciascuna forma si presenta con caratteristiche diverse alle neuroimmagini o allo studio autoptico, in mancanza dei quali la diagnosi non è certa, ma solo probabile.
Per contro, l’attacco ischemico transitorio ( TIA ) è definito come un insieme di segni e sintomi neurologici focali attribuibili a cause vascolari, a esordio rapido, con risoluzione completa entro le 24 ore dall’evento.
Secondo questa definizione, il criterio temporale e la completa e rapida risoluzione dei sintomi differenziano il TIA dall’ictus ischemico.
Tuttavia, poiché non è infrequente il riscontro contestuale di lesioni infartuali cerebrali in presenza di segni e sintomi transitori, soprattutto alla risonanza magnetica cerebrale in determinate sequenze, è stata proposta una ridefinizione del TIA basata sull’assenza del danno tissutale ischemico cerebrale. Ne consegue che la presenza di lesioni infartuali ancorché con sintomi transitori, impone la diagnosi di ictus ischemico.
La ridefinizione proposta ( tissue-based ) a differenza della definizione tradizionale ( time-based ) non è sempre fruibile, dipendendo dalla disponibilità della risonanza magnetica che a differenza della tomografia computerizzata, non è ancora universalmente e immediatamente disponibile. ( Xagena_2019 )
Fonte: Ministero della Salute, 2019
Xagena_Medicina_2019