Malattie cerebrovascolari: fattori di rischio modificabili
I fattori di rischio cardio-cerebrovascolari, suddivisi in non-modificabili e modificabili, sono il punto di partenza per la valutazione del rischio del singolo individuo. I primi rientrano nella valutazione del rischio complessivo; i secondi intervengono nelle diverse età della vita in rapporto alle abitudini alimentari, all’attività fisica, a fattori favorenti esterni e sono considerati modificabili con interventi comportamentali precoci e con terapie mediche o chirurgiche mirate.
Fattori di rischio non-modificabili
Familiarità / fattori genetici. La familiarità per patologie cardio-cerebrovascolari si riferisce alla presenza in anamnesi di eventi vascolari a carico dei familiari di primo grado ( genitori, fratelli, sorelle, figli ), in particolare eventi precoci, ovvero verificatisi prima dei 55 anni nei maschi e dei 65 anni nelle femmine, supportando il ruolo dell’ereditarietà e dei fattori ambientali;
Genere. Il genere femminile ha un minor rischio cardio-cerebrovascolare rispetto a quello maschile, godendo, sino alla menopausa, della protezione ormonale naturale estro-progestinica tipica dell’età fertile. In caso di menopausa precoce viene meno la protezione ormonale naturale e aumenta il rischio di manifestare uno o più componenti della sindrome metabolica;
Età. L’età anagrafica, di per sé, è un importante fattore di rischio non-modificabile che correla con l’invecchiamento fisiologico e, in molti casi, con l’invecchiamento patologico. L’età, inoltre, sommandosi ai fattori di rischio modificabili, ne accresce il ruolo. L’incidenza dell’ictus nei soggetti di età inferiore ai 45 anni, compresi neonati e bambini, è pari a circa 10 casi per 100.000 abitanti per anno. L’incidenza aumenta a partire dai 55 anni: dopo i 65 anni l’aumento dell’incidenza è esponenziale, con tassi più elevati nei maschi e un aumento dei casi nelle femmine che, godendo di una maggiore aspettativa di vita, sono prevalenti nella popolazione generale anziana;
Etnia. I dati della letteratura confermano il maggior rischio di ictus cerebrale negli afro-americani e il maggior rischio di emorragia cerebrale nelle popolazioni asiatiche, mentre non forniscono dati univoci rispetto agli Ispanici e agli asiatico-americani. L’etnia comporta fattori genetici e ambientali che condizionano una diversa suscettibilità ai diversi fattori di rischio; tuttavia il rischio complessivo è anche legato a una diversa esposizione ai fattori di rischio, a una mancata riduzione degli stessi e a condizioni economiche più disagevoli. ( Xagena_2019 )
Fonte: Ministero della Salute, 2019
Xagena_Medicina_2019