Emorragia intracerebrale: la presenza di lesioni a carico della sostanza bianca è indice di esito non-favorevole


La capacità di predire un esito non-favorevole è importante per la cura del paziente e per la scelta del trattamento più adatto nei casi di emorragia intracerebrale, ma gli studi precedenti hanno incluso periodi di follow-up relativamente brevi e pochi pazienti.

Uno studio prospettico ha arruolato 1321 pazienti con emorragia intracerebrale provenienti da 33 ospedali, per i quali sono state raccolte al momento dell’ammissione informazioni su variabili cliniche, di laboratorio e di diagnostica per immagini, incluse lesioni alla sostanza bianca.

L’esito immediato dopo emorragia intracerebrale è stato misurato mediante il punteggio alla scala GCS ( Glasgow Coma Scale ), l’esito precoce utilizzando i dati di mortalità a 30 giorni e l’esito a lungo termine.

Il periodo osservazionale medio è stato di 32.6 mesi.

Dei 1321 pazienti con emorragia intracerebrale inclusi nello studio, 352 ( 27.8% ) si sono presentati con un punteggio GCS indicante uno stato moderato ( 8.5-12.4 ) e 249 ( 19.7% ) con un punteggio che invece indicava una grave situazione ( inferiore o uguale a 8.4 ).

Il tasso di mortalità è stato pari a 9.1% al giorno 30 dopo emorragia intracerebrale, e 381 pazienti ( 29.8% ) sono deceduti entro la fine del 2006.

Lesioni estese della sostanza bianca sono risultate associate, al momento dell’ammissione, a punteggi GCS nel range grave ( odds ratio [ OR ] 2.45 ), mortalità a 30 giorni ( OR=2.52 ) e rischio relativo di mortalità ( RR=2.61 ) dopo aggiustamento per covariate rilevanti.

In conclusione, queste osservazioni indicano che le lesioni della sostanza bianca, che potrebbero riflettere la vulnerabilità cerebrale individuale a danni patologici, dovrebbero essere prese in considerazione nella valutazione degli esiti immediati, precoci e a lungo termine dopo emorragia intracerebrale. ( Xagena_2010 )

Lee SH et al, Neurology 2010;74: 1502-1510



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