Anticonvulsivanti: esiti non-favorevoli con la Fenitoina dopo emorragia cerebrale


Vi sono pochi dati sull'efficacia e gli effetti collaterali della terapia con farmaci antiepilettici dopo emorragia intracerebrale.

Ricercatori della Northwestern University a Chicago negli Stati Uniti hanno verificato l'ipotesi che l’uso dei farmaci antiepilettici sia associato a più complicanze e a esiti non-favorevoli dopo emorragia intracerebrale.

Lo studio prospettico ha riguardato 98 pazienti con emorragia intracerebrale , che stavano facendo uso di farmaci antiepilettici sia come profilassi che come terapia.

La somministrazione del farmaco antiepilettico e i livelli sierici di Fenitoina ( Dintoina ) libera sono stati recuperati dalla cartella sanitaria elettronica. I pazienti con depressione dello stato mentale sono stati sottoposti a continuo monitoraggio elettroencefalografico.

Gli esiti sono stati misurati mediante la scala NIHSS ( National Institutes of Health Stroke Scale ) e la scala Rankin modificata a 14 giorni o alla dimissione, e la scala Rankin modificata a 28 giorni e 3 mesi.

Sette pazienti ( 7% ) hanno presentato una crisi convulsiva, 5 nel giorno dell’emorragia intracerebrale.

L’uso di Fenitoina è stato associato a più febbre ( p=0.03 ), peggiore risultato alla scala NHISS a 14 giorni ( 23 vs 11, p=0.003 ), e peggiore risultato alla scala Rankin modificata a 14 giorni , 28 giorni e 3 mesi.

In un modello di regressione logistica condizionale di tipo forward, la profilassi con Fenitoina è stata associata ad un aumentato rischio di esito sfavorevole ( p=0.02 ).
L’esclusione dei pazienti con una crisi convulsiva non ha cambiato i risultati.

Levetiracetam ( Keppra ) non è stato associato a crisi convulsive, complicanze.

In conclusione, la Fenitoina è risultata associata a una maggiore incidenza di febbre e a esiti peggiori dopo emorragia intracerebrale. ( Xagena_2009 )

Naidech AM et al, Stroke 2009; 40: 3810-3815



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